di Gianni Lannes
Un'unica certezza: catastrofe annunciata e un'arroganza senza limiti. Più che proporre imporre a tutti i costi. "Vado avanti dritto. Conto che la Società Stretto di Messina entro 30 giorni a seguire dia risposte a tutte le osservazioni fatte dagli altri ministeri: l'obiettivo è arrivare all'avvio dei lavori entro l'estate 2024" ha detto ieri Matteo Salvini in veste di ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Perché un evidente incompetente, addirittura assurto al ruolo di vice presidente del Consiglio si è incaponito contro ogni evidenza tecnica, scientifica, logica, economica ma soprattutto ecologica? In realtà, a tutt'oggi, il progetto attuale e ben definito non esiste. I soliti boiardi si sono limitati a rispolverare uno studio carente ed obsoleto già bocciato in passato. Inoltre, i documenti inviati al ministero sono letteralmente illegibili.
Il ministero dell’Ambiente ha chiesto alla società Stretto di Messina, che gestisce il progetto del ponte sullo Stretto, di integrare la documentazione presentata finora, giudicata carente in diversi ambiti: le lacune più importanti riguardano l’analisi dei costi e dei benefici dell’opera, il suo impatto ambientale, la preparazione dei cantieri, i rischi relativi a maremoti e inondazioni. In totale il ministero dell’Ambiente ha presentato 280 richieste, tra integrazioni e chiarimenti, a cui Stretto di Messina e il consorzio Eurolink, che detiene l’appalto, dovranno rispondere entro i prossimi 30 giorni.